Il numero uno e i possibili avversari: “Contro Shelton è sempre un confronto difficile, con Aliassime poi non ho mai vinto. A Bercy ho sempre faticato, stavolta voglio alzare il livello”
Con Parigi Bercy Sinner coltiva un rapporto meno amichevole rispetto agli altri tornei. Un po’ perché ancora deve arrivare il primo titolo sul veloce indoor francese, un po’ perché negli occhi di molti c’è ancora il ritiro dello scorso anno dopo la partita contro McDonald finita alle tre di notte che puntò i riflettori sull’organizzazione a dir poco rivedibile del torneo. Stavolta Jannik proverà a renderla una settimana da favola, quella in terra parigina che precede Finals e Coppa Davis. Anche se, come ha evidenziato l’azzurro nel Media Day del torneo, il sorteggio è stato tutt’altro che clemente: “Direi che è stato molto, molto difficile. Giocare su questa superficie contro tennisti che servono bene è sempre complicato. Ma andiamo giorno per giorno, un avversario dietro l’altro”.
forma fisica—
Ecco, allora tanto vale pensare al primo, degli avversari. Uno fra Ben Shelton e Felix Auger-Aliassime: “Contro Ben è sempre stato un confronto difficile. Con Felix poi non ho mai vinto. Cercherò di prepararmi al meglio per la prima sfida del torneo, non vedo l’ora”. Con un occhio al rapporto poco amichevole di cui sopra con l’indoor parigino: “Negli ultimi due anni in cui ho giocato qua ho faticato, ora sono molto concentrato e spero di poter alzare il livello”. Focus immediato sulla forma fisica in vista dell’ultimo, intensissimo mese di stagione: “È stata una lunga annata, ora può succedere di tutto. Qualcuno è più fresco, altri sono stanchi. Io personalmente sento che abbiamo fatto delle scelte molto buone durante l’intera stagione cercando di essere pronti anche per la parte finale. Non ho giocato così tanti tornei e in quelli affrontati sono andato abbastanza lontano: la mia condizione al momento è buona”.
obiettivi—
Jannik guarda anche un po’ più avanti di Bercy, naturalmente: “L’evento principale sarà quello di Torino”. Poi si penserà alla Davis, in cui il sogno è il bis azzurro. Il 2025, oltre alla missione Australian Open con lo Slam da difendere, porterà anche la novità relativa al coaching per il quale si è dato il via libera in tutti i tornei: “Ma non penso che cambierà molto. Anche adesso si vedono alcuni allenatori che ogni tanto danno qualche consiglio. Siamo sempre soli in campo, i primi a dover cercare di capire quale sia la situazione. Poi certi collegamenti con l’allenatore esistono già, a volte basta uno sguardo per ricevere al volo il suo suggerimento. L’allenatore lo conosci da anni, è sufficiente guardarlo per capire cosa ti stia dicendo”.
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