A parlare con gli imprenditori italiani la malattia principale dell' Italia sono le tasse ed il costo e mancante flessibilitá del lavoro, fisso. Ma sará davvero cosí? Insomma saranno questi motivi per cui negli anni sono stati impossibilitati a fare investimenti e restar competitivi sul panorama internazionale?
A guardar bene infatti la causa principale della mancanza di investimenti sono.. loro stessi
In italia gli imprenditori investono solo il 20% dei ricavi nelle proprie imprese destinando il resto al proprio arricchimento personale.
In altri paesi questa percentuale é pure del 90%…questa mancanza cronica di liquiditá ha fatto si che le imprese si limitassero ovviamente a galleggiare in un mare in tempesta.
by essentialyup
26 comments
Ciao. A fornire i dati é lo stesso giornale di confindustria… La crisi é cosí denunciata irrimediabilmente
Semplice, se non hai prospettive di crescita non investi e cerchi di capitalizzare il più possibile.
O c’è qualcosa che geneticamente porta gli imprenditori italiani a non investire (improbabile), o gli incentivi ad investire sono più bassi in Italia che altrove.
Anche solo il fatto che queste aziende poco competitive riescano a sopravvivere e non ci siamo aziende più grosse che si prendono quote di mercato da ragione agli imprenditori che si intascano i soldi.
Secondo me è una questione cosí larga e varia che è difficile generalizzare, però ho avuto dei capi veramente merdosi e mi rifiuto di far finta che questa gente schifosa non esista.
Letteralmente negrieri che ti sbattono in faccia che gli “africani” (termine che uso io ma che non ha usato lui) possono far il tuo lavoro per 2 lire e in nero, gente che ci provava pesantemente con I dipendenti donna, credendoci pure di saper fare, come pensano di saperci fare perchè continuano a mandare avanti l’azienda lasciata dal papi.
Il cancro di questo paese non sta negli estremismi politici, ma nei moderati con il cash ben inseriti in un sistema di merda.
Se parliamo di PMI, spesso sono a conduzione familiare, ereditate dal papi che lucrava inculando la gente ai tempi d’oro pre-internet.
Non possono e non riescono a reinvestire nell’azienda perché devono mantenere una marea di parenti di fatto nullafacenti, e lucrare secondo gli insegnamenti del papi.
Perciò si generano situazioni dove ci sono stabilimenti fatiscenti e non adempimenti alle norme di sicurezza, attrezzature e macchinari datati e soggetti a manutenzione continua, dipendenti oberati e carichi di mansioni multiple ed ovviamente pagati quanto meno possibile.
Ormai questo sub è diventato un repost continuo di soli tre temi: cambiamento climatico, evasione e piccole imprese.
a sentire il pescivendolo il pesce e’ sempre freschissimo.
>A parlare con gli imprenditori italiani la malattia principale dell’ Italia sono le tasse ed il costo e mancante flessibilitá del lavoro, fisso. Ma sará davvero cosí? Insomma saranno questi motivi per cui negli anni **sono stati impossibilitati** a fare investimenti e restar competitivi sul panorama internazionale?
Il problema è che questo è uno strawman. L’effetto delle tasse non è di rendere **impossible** investire, è di ridurre l’incentivo a farlo. L’investimento non è un dovere morale ne una necessità fisica, qualcosa da aspettarsi se niente lo impedisce. È una scelta, intrinsecamente costosa (perchè rischioso e perchè richiede tempo), che uno fa **se gli conviene**. Anche concepire gli imprenditori come una categoria chiusa è fondamentalmente sbagliato, perchè moltissime persone potrebbero diventare imprenditori e scelgono di non farlo. Gli italiani sicuramente potrebbero investire di più, ma evidentemente non hanno convenienza a farlo.
Ma chi si presenta qui su Reddit a discutere di imprenditoria ha mai provato a farla in Italia? Perché generalmente prima di sentenziare bisognerebbe avere esperienza diretta, meglio ancora se si è fatto anche esperienza all’estero per poter fare un paragone. Numero e articoli giornalistici non sono sufficienti per criticare a priori.
Se il resto del panorama fosse favorevole dieci, cento, mille imprenditori ottusi nulla potrebbero contro una manciata di imprenditori sprint.
Direi che il panorama è il colpevole più probabile.
Posso dire per esperienza personale da imprenditore è che il problema è la mentalità de “l’azienda è mia ed il capo sono io fino alla morte”, impedendo la trasformazione delle medie imprese in SPA che possono ulteriormente ingrandirsi, solo perchè perdere l’1% della proprietà è mentalmente intollerabile. Mettici anche che mio padre non lascierà mai l’azienda a me (è piccola, ndr) fino a che respira. Tutto ciò per passare da una piccola azienda a media azienda devono passare altri 20/30 anni perchè mio padre muoia ed altri 20 minimo per ingrandirla. Nel frattempo rischio di chiudere perchè manca l’innovazione.
Ripetete con me: le PMI devono decimarsi se vogliamo che qualcosa cambi. La maggior parte delle aziende devono essere medie se non medio-grandi. Le piccole devono essere pochissime e di grandissimo livello.
Come si cambia questo? Facendo fallire chi ora sta a galla con nero e porcherie varie.
Troppe piccole e medie imprese a basso valore aggiunto.
Azienducole familiari col padre padrone che mira ad arricchimento personale invece che investire nella propria azienda.
Sfruttamento dei lavoratori con contratti da fame “prendere o lasciare”
Mentalità vecchia dove il dipendente è solo un costo e non un investimento.
macchinone > macchinari
Renditi conto che nonostante gli stipendi italiani bassi, nessuna multinazionale ad alto valore aggiunto (specialmente big tech, Google, meta, Amazon…) investe realmente in Italia per avere forza lavoro italiana (fanno solo un po’ ci commerciale ma niente vero sviluppo o r&d).
Come mai? Nonostante gli stipendi così bassi, dovrebbe essere un no brainer andare in Italia…
Evidentemente c’è un problema di tassazione folle.
Per come la vedo io è molto semplice: gli imprenditori non reinvestono perché hanno zero incentivi a farlo in quanto la competizione è inesistente. Questo perché sanno bene che oggi in italia la povertà tra i lavoratori dipendenti è talmente diffusa che in pochissimi possono realmente pensare di avviare una impresa da zero. Questo oligopolio da nell’imprenditore italiano la sicurezza che nessuno gli metterà mai concretamente i bastoni fra le ruote anche investendo zero. Unica soluzione: forzare aumento degli stipendi per potenziare ascensore sociale, fornire opportunità di investimento a più persone, potenziare il meccanismo di selezione darwiniana capitalistica che lascia sopravvivere solo gli imprenditori più svegli e al passo coi tempi
Tldr: alzare gli stipendi per potenziare imprenditoria italiana
Parlando per esperienza diretta sia mia che di persone con cui collaboro, riporto un po’ di punti:
Una volta che guadagni 10/20k al mese e l’aziendina è solida, non c’è motivo di investire. E se non è solida hai ancora meno motivo di investire e piú motivo per tenere da parte (e goderti un po’ di super car usate).
Hai piú o meno raggiunto il picco di qualitá di vita per una cittá italiana media, per andare oltre dobbiamo parlare di cifre moooolto piú alte, che richiedono fatica, talento, contatti, sudore, sangue, ecc per anche solo pensare di arrivarci.
Poi in tantissimi settori conviene semplicemente investire all’estero.
Se insieme ad altre due persone hai know how, contatti e un milione di euro, conviene molto di piú aprire sedi legali all’estero o direttamente aziende in collaborazione con gente del posto che conosci. Sí, evaderanno e si intascheranno parte dei profitti, ma l’importante è che un po’ di dividendi ti arrivano e se hai scelto bene è gente che saprá valutare il giusto equilibrio tra rubare ma renderti contento dell’investimento (se no svendi tutto e finisce la pacchia).
In Italia hai tasse, energia e manodopera troppo costose. Per di piú un dipendente ti costa 3000 al mese e intanto è pure infelice perché si traducono in 1500 netti che in italia sono pochi per vivere decentemenre (pur essendo lo stipendio medio). Vai in altri posti con 3000 ne paghi due che saltano pure di gioia perché vivono decentemente. In molti paesi dell’est un dipendente ti costa un +30% del netto, con 2000 tutto compreso paghi gente pure specializzata con master (che tra l’altro è un netto simile a quello offerto a neolaureati a Milano, chiedetevi perché non vediamo piú polacchi e molte imprese sono andate in Polonia).
Lo stipendio personale è tassato al limite del ridicolo e se guadagni piú di 2500 netti al mese sei considerato ricco (quando in una grande cittá con quei soldi vivi in un bilocale se non hai i genitori dietro).
A questo ci aggiungiamo lo scarsissimo senso civico degli italiani: che senso ha pagare le tasse se vengono completamente sprecate?
Leggevo che corruzione e mala gestione ci costano almeno il doppio (se non il triplo) rispetto a tutti i soldi evasi dai vari imprenditorucci (che comunque li spendono eh, la p iva media piccolina che fa 3/4k al mese poi li immette di nuovo nel mercato per ovvie ragioni).
Inizino a sistemare il paese e non usare tutto per RdC, superbonus e forestali.
In Italia manca proprio la mentalitá, in altri paesi sei “contento” di supportare lo stato per come ti tratta e i servizi offerti, in Italia mi sento scemo a dire che ho pagato x di tasse quest’anno.
Un mio amico tassista che ha sempre pagato tutto si sente un idiota perché gli hanno dato una pensione ridicola, mentre alcuni suoi colleghi stanno con mezzo milione in immobili presi cash e quella è la loro pensione.
Crescere? Ma crescere perché? Uno dei paesi piú pregni di invidia sociale e ultimamente pure poco sicuro. Al giorno d’oggi, nelle grandi cittá hai paura a girare la sera con un Rolex al polso. E in strada ci sono solo vecchie Fiat, ti senti pure al centro dell’attenzione se osi comprare una macchina costosa.
Riassunto:
1) il salto consistente di qualitá della vita, una volta che guadagni 150/200k all’anno, è rappresentato dallo step 1mln+ se non erro (c’era un grafico a riguardo), che ovviamente è estremamente difficile da raggiungere
2) in Italia il contorno non ti incentiva a guadagnare tanto ne ti rende felice di contribuire di piú alla societá
Si, una delle cause sono quelle che elencate nel post. Non sono solo le tasse, è proprio il profilo fiscale (scaglioni sfavorevoli, impossibilità per molti settori di detrarre gli investimenti), lacci e lacciuoli per fare le cose. Questi i problemi dello stato.
Gli imprenditori sono afflitti da vecchiaia, ignoranza globale e specialmente tecnologica, tendenza alla speculazione (non è chiaro quanto sia dovuto ad autodifesa ma c’è senz’altro del feedback)
Ma che numeri sono? Siamo al limite dell’analfabetismo
Il 90% dei RICAVI spero tu ti renda conto che e’ una cifra folle che non investe nemmeno la NASA.
Forse volevi dire degli utili operativi? Vuoi sapere quanto del gross margin Apple investe in R&D? il 17%. E sai qual e’ il capex to revenue? il 3%.
Se davvero le PMI italiane investissero il 20% dei ricavi in RD ci sarebbe la Brembana Valley al posto di quella silicea…
Non può essere che reinvestire è scoraggiato dall’alta pressione fiscale? Perché devo prendere rischi inutili e provare ad espandermi quando più incasso e più il margine netto decresce, aggiungendo rischi maggiori al fallimento?
Classic imprenditori evil moment di r/italy 🤡
Lavoro in una PMI di 30 dipendenti e posso garantire che non tutti gli imprenditori sono gli squali arraffoni qui descritti. Semplicemente, c’è poca competenza sul come gestire un’azienda di maggiori dimensioni e aumentare la produttività, oltre che – immagino – carenza di incentivi a perseguire ciò.
Sostanzialmente, tante piccole aziende, anche nei settori delle cosiddette “eccellenze”, sono delle botteghe cresciute in cui non c’è una cultura industriale vera e propria, così ci si trova a vivacchiare mettendo magari su un teatrino commerciale per dare l’immagine di una maggior qualità. Non è esser bastardi, ma non essere in grado.
Secondo me dipende molto, in alcuni casi è vero in altri no. Sicuramente le tasse e la burocrazia sono problematiche – fosse tutto lineare e progressivo sono sicuro che molta più gente in gamba proverebbe a fare impresa invece così lo principalmente chi ha “conoscenze” di un certo tipo o chi effettivamente accetta il rischio, ma non quello ei impresa, quello finanziario del fare le cose e poi “si starà a vedere se mi dicono qualcosa”
Certo, ti stanno mentendo tutti insieme a lo stesso tempo. Gli imprenditori, gli investitori internazionali, la comunita’ europea, tutti dentro questo grande complotto per affossare l’italia. Veramente molto probabile.
Gli chiamano imprenditori ma lo sono solo sulla carta. Fare impresa é sinonimo di innovazione in primis per stare al passo con i tempi di un’economia in piena accelerazione, il resto sono solo titolari che più di far quadrare i conti non hanno capacità e questo tipo di responsabilità lo potrebbe fare benissimo in qualsiasi geometra contabile controllando entrate ed uscite.
Il vero problema del lavoro è che in Italia abbiamo da sempre la mentalità che finché non hai i capelli bianchi, non sai nessuno. Tutta la classe dirigente e imprenditoriale italiana è estremamente in là con l’età. Una persona in là con l’età ha la caratteristica di essere allergico all’innovazione. Negli ultimi 30 anni mentre nel resto del mondo innovava e adoperava tecniche produttive più efficienti, qui siamo rimasti a fare le cose alla maniera artigianale senza spiegare bene al resto del mondo, perché la nostra roba artigianale fatta a mano sia migliore di quella fatta in maniera massiva in altre nazioni. Morale della favola, siamo diventati non convenienti per un popolo consumista che vuole tutto a basso costo.
Ora abbiamo tutto vecchio: macchinari obsolete nelle fabbriche, software vecchio e datato nelle aziende. Sì, c’è quello che ti nega un euro di aumento perché ci sono dei problemi di costi e poi a fine anno si compra il BMW cosicché scaricandolo dal fatturato non ci paga le tasse, ma ci sono anche tantissime attività che hanno un carico di lavoro per cui una persona non ce la fa, ma non permette a due persone di mangiare.
Mah … gli imprenditori prendono, lo dice il nome. Ma è dura perché anche le banche non prestano i soldi a chi vuole fare innovazione, non avrebbero prestato i soldi a Google. Ergo, le aziende restano medio piccole con pochi soldi per pagare i dipendenti e un giro d’affari che arricchisce solo chi sta in cima e due amici stretti. Di base il problema è questo.
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