diMarco Madonia

Le vittime sono due dipendenti di 37 e 34 anni: Lorenzo Cubello e Fabio Tosi, entrambi bolognesi: altri due feriti gravi. Lo scoppio nell’area magazzini: in fabbrica c’erano 300 lavoratori. L’ansia di parenti e colleghi ai cancelli

«Poco dopo le 17 si è sentito un gran botto, lo abbiamo sentito noi da casa, a Borgo Panigale». Lo racconta una donna di fronte allo stabilimento della Toyota Material Handling di Bologna. All’interno dell’azienda, che produce carrelli elevatori, c’è stata un’esplosione, che ha provocato la morte di due persone (una è deceduta durante il trasporto all’ospedale). Le vittime sono Lorenzo Cubello, 37 anni, e Fabio Tosi, tre anni in meno: due giovani dipendenti dell’azienda, entrambi bolognesi. Undici sono state le persone rimaste ferite, due in gravi condizioni e altri più lievi, molti dei quali sono stati portati all’ospedale Maggiore. Allo stabilimento è arrivato anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore. Secondo le prime verifiche lo scoppio sarebbe stato innescato da un compressore.

Come un terremoto

«È saltata la luce subito, con un boato pazzesco, ho visto tutti i lampadari tremare. Una ha detto “fuori tutti” e siamo scappati via. Io ho pensato subito al terremoto e siamo usciti. In ispezione abbiamo visto questo. Abbiamo sentito tutto, ma non abbiamo visto altro. Sono sconvolta, mi sembra di essere in un film. C’erano i soliti problemi, ma non era accaduto niente nell’imminente». È la testimonianza di Noemi, dipendente del reparto ispezione della Toyota di Bologna, in fabbrica al momento
dell’incidente. 



















































Lo sciopero programmato

Il sito produttivo è uno dei più importanti del Bolognese: occupa 850 dipendenti, con una grande espansione negli ultimi anni, e produce carrelli elevatori. È un’azienda storica, che per decenni è stata nota col nome di Cesab. «Stavamo per fare un altro sciopero per la sicurezza, domani, due ore in uscita. Certe volte si pensa che si produca non con attenzione nel rispetto delle procedure». Lo afferma Gian Pietro Montanari, dell’assemblea Fiom, per anni delegato alla Toyota di Bologna e oggi al magazzino di Crespellano. Nel momento dell’esplosione, che dovrebbe essere avvenuta nell’area del magazzino, c’erano 300 dipendenti. Uno sciopero per avere maggiore sicurezza sul lavoro era stato già organizzato in passato.

Colleghi e parenti ai cancelli

Il marito e il figlio della donna che ha parlato con i cronisti arrivati sul posto lavorano qui: il figlio – ha spiegato – era impegnato su un altro turno e quindi non era presente in fabbrica al momento dell’incidente; il marito è un delegato sindacale e si trova nello stabilimento insieme ad altri. In questo momento, nel perimetro aziendale, si sono radunate molti parenti delle persone che si trovavano nello stabilimento al momento dell’esplosione.

23 ottobre 2024 ( modifica il 24 ottobre 2024 | 00:35)