I mutamenti del riscaldamento globale stanno influenzando in maniera complessa i fenomeni meteo in Italia, rendendo più frequenti eventi estremi, inclusi episodi di freddo improvviso che, sebbene meno comuni, possono ancora colpire il nostro territorio. In questo scenario, il Nord Italia, il Centro Italia e il Sud Italia possono occasionalmente sperimentare eventi invernali più rigidi, intensificati dalla destabilizzazione del Vortice Polare e da modifiche significative alla corrente a getto, che causano un trasferimento delle masse di aria fredda dalle regioni artiche a latitudini più basse. Questi eventi di freddo estremo sono in parte legati al riscaldamento dell’Artico: il rapido aumento delle temperature artiche provoca cambiamenti profondi nei modelli di circolazione atmosferica che possono avere effetti anche a migliaia di chilometri di distanza, influenzando la corrente a getto e, di conseguenza, il clima in Europa.
Influenza del riscaldamento dell’Artico sul freddo estremo
Il Vortice Polare, una vasta massa di aria fredda che circonda il Polo Nord, sta subendo cambiamenti significativi a causa dell’aumento delle temperature. Quando l’Artico si riscalda, la differenza di temperatura tra le regioni polari e le latitudini temperate diminuisce, destabilizzando la struttura del vortice. La corrente a getto, un rapido flusso di vento che funge da barriera tra aria calda e fredda, tende così a rallentare e a creare ondulazioni più accentuate. Ciò consente alle masse di aria fredda di scendere verso sud, come accaduto in vari episodi recenti, inclusa la famosa tempesta del Texas nel 2021, in cui le nevicate abbondanti e il freddo intenso hanno avuto impatti significativi sulle infrastrutture locali e sulla vita quotidiana.
La maggiore umidità atmosferica generata dall’aumento globale delle temperature contribuisce poi a intensificare le nevicate, poiché il vapore acqueo in eccesso crea le condizioni ideali per abbondanti precipitazioni nevose. Quando l’aria gelida polare raggiunge il Nord Italia o le regioni montuose dell’Appennino centrale, le nevicate possono essere particolarmente intense, coprendo di bianco vaste aree.
Effetti del freddo estremo in Italia e in Europa
In Europa, uno dei fenomeni più noti di freddo estremo è il Buran, un vento gelido che può portare masse di aria fredda dalla Siberia fino alle zone meridionali del continente. Questo vento rappresenta un evento meteorologico molto violento, in grado di causare abbondanti nevicate e temperature estremamente basse, con picchi anche di -40°C in Siberia. Quando il Buran si spinge verso l’Europa, sono le regioni settentrionali, come il Nord Italia, a risentirne maggiormente, ma in alcuni casi, l’aria fredda può raggiungere anche il Centro e il Sud Italia.
Gli effetti del Buran possono essere devastanti: oltre a ridurre drasticamente le temperature, genera forti nevicate che provocano disagi ai trasporti e sfide per le infrastrutture delle città. Alcuni episodi hanno visto accumuli di neve significativi e temperature sottozero che hanno bloccato i trasporti, paralizzando intere città. Nel Centro Italia, anche località più miti come Roma possono occasionalmente vedere nevicate che coprono luoghi simbolici, trasformando la città in un panorama invernale rarissimo.
La Niña e l’influenza sulle condizioni meteo italiane
Un altro fenomeno che influenza il clima invernale europeo è La Niña. Durante questi eventi climatici, si osserva un abbassamento delle temperature delle acque superficiali del Pacifico, che influenza la circolazione atmosferica globale. In Europa, gli inverni tendono a diventare più freddi e umidi, con un impatto importante sul Nord Europa e sul Centro Europa. Per l’Italia, gli effetti si manifestano prevalentemente nel Nord Italia: durante i periodi di La Niña, le regioni come la Lombardia, il Piemonte e il Trentino-Alto Adige vedono un aumento delle nevicate, con temperature più rigide e un clima invernale più rigido rispetto alla media.
Anche il Centro Italia, con zone collinari e montane degli Appennini, risente dell’influenza di La Niña, che porta precipitazioni e nevicate più frequenti nelle zone alte di Umbria, Marche e Abruzzo. Anche il Sud Italia e le Isole Maggiori, pur trovandosi in regioni climaticamente più miti, possono registrare giornate particolarmente fredde, con venti intensi di maestrale e tramontana che portano gelo anche in Sicilia e Sardegna.
Le anomalie climatiche invernali in Italia
In Italia, gli effetti del cambiamento climatico si riflettono anche in un progressivo aumento delle temperature invernali, con inverni sempre meno freddi e nevosi. Il Nord Italia, in particolare la Pianura Padana, sta vivendo una riduzione nella frequenza delle nevicate: regioni che una volta erano costantemente coperte di neve ora vedono fenomeni nevosi molto meno frequenti, e le temperature invernali sono più elevate rispetto a quelle di un tempo.
In aree come l’Abruzzo, l’Umbria e le Marche, ancora soggette a nevicate invernali grazie all’orografia del territorio, le temperature medie si stanno comunque innalzando, riducendo progressivamente la durata del manto nevoso e portando episodi di neve meno frequenti. Tuttavia, nonostante questo innalzamento delle temperature, gli episodi estremi di freddo, come quelli causati da La Niña o dal Buran, possono verificarsi occasionalmente, portando nevicate eccezionali e abbassamenti di temperatura significativi in alcune aree.
Gli inverni estremi del passato e prospettive future
Uno degli inverni più rigidi che l’Italia abbia mai sperimentato è stato quello del 1956, con temperature eccezionalmente basse e nevicate che hanno colpito tutto il Paese, dal Nord Italia al Centro Italia. Grandi città come Milano, Torino e Roma furono investite da abbondanti nevicate che crearono seri disagi, mentre il fiume Arno a Firenze arrivò addirittura a gelarsi. Questo evento ha segnato la storia meteorologica del Paese come uno dei periodi più freddi del secolo.
Oggi, sebbene il riscaldamento globale tenda a rendere gli inverni mediamente più miti, gli scienziati ipotizzano che la variabilità climatica potrebbe causare altre ondate di gelo in futuro. Secondo i climatologi, le temperature medie stanno progressivamente aumentando, ma l’instabilità atmosferica potrebbe portare episodi di freddo improvviso, anche in un contesto di riscaldamento globale.
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